Un viaggio tra gusto e socialità
È diverso per ogni località ed è impossibile da copiare, nonostante in tutto il mondo se ne conoscano le ricette.
Dalla turistica Sidi Bou Said passando per i più ameni villaggi del Maghreb, il tè servito insieme ai dolci è come un rito sacro. Un simbolo sociale, un momento che i turisti non vogliono e non devono perdere per conoscere la vera Africa.
Tunisia: il tè ai pinoli
Camminando lungo le strade strette a picco sul mare di Sidi Bou Said, soprannominata “il balcone del Mediterraneo”, l’inebriante profumo del tè ai pinoli è inconfondibile.
Alzando lo sguardo sui balconcini al di sopra dei portali turchesi, ricchi di fascino e di storia, non è difficile scovare nelle piccole e accoglienti cucine dei Paesi del Maghreb chi è affaccendato a preparare i deliziosi makroud (dolci tipici a base di semola di grano duro e di pasta di datteri). Il tè, qui, è il nettare degli dei.
Simbolo di cordialità ed ospitalità
Il tè è considerato la bevanda nazionale del Maghreb. Cosa rappresenta? È un’istituzione, come la pizza a Napoli o la birra in Germania. Ed è talmente rappresentativo di un’etnia da essere regolamentato da rigidi protocolli di esecuzione e di consumo.
È proprio così: se in aereo direzione Marrakech si fantastica pensando di sorseggiare il tè in bicchieri monouso, mentre si visitano i Giardini Majorelle, meglio smettere di illudersi e informarsi su quanto sia importante questa ritualità.
In molti i locali che propongono la cosiddetta “tea experience” (chiamarli bar è riduttivo): si entra senza scarpe, ci si siede o sdraia su lussureggianti tappeti e si attende senza fretta la minuziosa preparazione fatta dai Maestri. Un vero e proprio viaggio alla scoperta della storia, racchiusi in pochi centilitri di puro gusto.
Il rito mistico del tè maghrebino
Nei Paesi del Maghreb, anche il procedimento è un rito. L’ospite si vede servire un vassoio col bollitore per l’acqua, il tè e lo zucchero a zollette. Una piccola quantità di acqua bollente viene versata sul tè, muovendo la teiera con gesti circolari lenti e intensi. In questo modo si fa gonfiare il tè, e lo si pulisce dalle impurità.
Successivamente, l’acqua viene eliminata in un bicchiere, si aggiunge lo zucchero nella teiera con altra acqua bollente e si rimette sul fuoco per pochi minuti.
Il tè viene servito e versato dall’alto in piccoli bicchieri di vetro colorati e decorati, con un getto allungato che permette al liquido di ossigenarsi.
Dissetante e rinfrescante, è considerato segno di apprezzamento berlo con molta calma, a piccoli sorsi, ed è bene non rifiutare nessun bicchiere, almeno finché non si arriva al terzo.
Da sottolineare come ogni Paese del Maghreb abbia le sue tipicità: in Tunisia il tè si accompagna con i pinoli, presenti sul fondo della teiera. In Marocco vengono invece utilizzate foglie di menta per rendere ancora più forte il suo sapore.
La storia del tè nel Maghreb
Il tè è arrivato nel Maghreb grazie alla regina Anna di Gran Bretagna. La sovrana scelse questa pianta come segno di riconoscenza verso il sultano, che aveva rilasciato un gruppo di prigionieri britannici.
La popolarità della bevanda è arrivata però solo nella metà del XIX secolo, a causa della chiusura dei porti del Baltico durante la guerra di Crimea. Tanti mercati inglesi furono “costretti” a fronteggiare un eccesso di tè cinese e, per questo motivo, puntarono a nuovi mercati iniziando dai porti marocchini di Tangeri ed Essaouira.
Inizialmente la bevanda era accessibile solo alle classi ricche, poi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, si diffuse in tutto il Paese.
Tè e dolci, simbolo di un popolo
Per chi è abituato ai pancake o al classico croissant, i dolci dei Paesi del Maghreb saranno la scoperta di un gusto unico e particolarmente originale.
Come il tè, anche questi prodotti della tradizione svolgono un ruolo sociale. Incarnano un’identità, e raccontano con un solo assaggio la storia di un’etnia.
Di influenza araba, hanno i colori delle dune e i sapori della tipica pasticceria islamica: miele, zucchero caramellato, spezie. Cosa assaggiare in Maghreb? Sicuramente il bignè marocchino, fritto e molto leggero a ricordare la nostra graffa.
Da provare anche i biscottini al cardamomo: spesso dalle forme particolari, anche fiorite, sono molto usati come accompagnamento per il tè alla menta. Infine i makrout ai datteri, straordinario e indimenticabile tuffo nell’essenza del Maghreb.
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